Il Neuromarketing per il Visual Content. Ovvero uso paroloni per spiegare cose semplici.

Il Neuromarketing per il Visual Content. Ovvero uso paroloni per spiegare cose semplici. 1200 1200 Questo non è un sito

Le neuroscienze applicate al comportamento del consumatore ci aiutano a perfezionare le strategie di comunicazione dandoci delle indicazioni per stimolare l’interazione e l’immaginario degli utenti.

Immagine: Fabio Magnasciutti

Cosa accade nel cervello di una persona in risposta agli stimoli visivi che si presentano a migliaia ogni giorno? In base a che cosa compiamo delle scelte più o meno consapevoli?

La scienza ci dice che il 90% del nostro comportamento di acquisto è inconscio, a me capita spesso di acquistare prodotti che non mi servono realmente solo perché sono attratta dalla loro forma e presentazione. (Non avete idea di quante bellissime ed inutili cose rosa ho a casa!)

“Ma tu sei una designer cosa c’entri con la scienza?”

Effettivamente a volte me lo chiedo anche io e mi sono data questa risposta.

Mi occupo di design, la creatività è il mio mestiere ma sempre con “attitudine nerd”, mi piace esplorare i meccanismi che portano le persone a fare delle scelte, conoscere come “funzionano” le persone infatti, aiuta notevolmente l’ottimizzazione della comunicazione attraverso le immagini.

In questo il neuromarketing con le sue tecniche ci consente di comprendere e misurare il comportamento umano in maniera rigorosa. Le sue teorie e soprattutto i risultati si possono applicare a molti ambiti che mi interessano come la progettazione del packaging di un prodotto, la navigazione di un sito internet, la definizione del colore di un logo, la scelta di un prodotto sullo scaffale di un supermercato.

LO SPIEGONE

Cos’è il neuromarketing?

Si tratta di una disciplina volta ad individuare i processi decisionali di acquisto attraverso l’uso di metodologie legate alle neuroscienze. Il Neuromarketing fonde insieme il marketing tradizionale con neurologia (medicina) e psicologia (scienze comportamentali) e si prefigge di illustrare ciò che accade nel cervello delle persone in risposta ad alcuni stimoli relativi a prodotti, marche o pubblicità con l’obiettivo di determinare le strategie che spingono all’acquisto.

Come vi dicevo mi interessa molto questa disciplina, quindi qualche settimana fa mi sono iscritta al workshopLaboratorio di neuromarketing interattivo-esperienziale” che si è tenuto a Milano durante il Creativity Day, tenuto da Andrea Ciceri e Giulia Songa della Sense Catch azienda che si occupa di misurazione dell’attenzione visiva e del coinvolgimento emotivo per il miglioramento di prodotti e servizi.

Vi racconto brevemente questa esperienza.

Dopo un’interessante approfondimento sulle risposte emotive, i bias cognitivi e sui processi decisionali, in maniera molto chiara e coinvolgente, i due relatori hanno mostrato gli strumenti utilizzati e soprattutto i risultati che si possono ottenere dai test in tempo reale.

Già conoscevo l’Eye tracker, uno strumento che permette di misurare i comportamenti visivi tracciando il movimento degli occhi, ma la mia attenzione è stata particolarmente attratta dagli strumenti che coinvolgono anche gli altri sensi, come ad esempio il Bio Tracker, un sensore che misura il calore e la micro-sudorazione cutanea che non riusciamo a controllare in maniera cosciente, in grado di restituire i risultati oggettivi dell’esperienza percorsa e delle emozioni percepite durante l’osservazione di un prodotto, un’immagine o un video.

Attraverso questi strumenti è possibile monitorare la scelta di gradimento in ogni fase della progettazione, dall’ideazione all’ottimizzazione, in modo da ottenere più informazioni che aiutano a ridurre i possibili errori di comunicazione o sviluppo del prodotto.

Jukuki

Visual designer. Comunica con le immagini, adora i capelli colorati e scrivere di sé in terza persona.

Jukuki